Col cavolo by Luciana Littizzetto

Col cavolo by Luciana Littizzetto

autore:Luciana Littizzetto [Littizzetto, Luciana]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2013-02-10T05:00:00+00:00


Fratelli e coltelli

Gente che fate figli. Esseri umani che usate i genitali per riprodurvi e non solo per divertirvi, gente che vi siete presi l'impegno di procreare e mantenere viva la nostra specie umana di bipedi pensanti, datemi retta.

Non fate mai un figlio solo. Fatene almeno due. Oppure trovatevi altre occupazioni. Andate al cinema alle dieci e mezzo, iscrivetevi a un corso serale di andaluso, cimentatevi tutti i dopo cena con un puzzle delle paludi di Comacchio da almeno 10.000 pezzi. Tutto va bene pur di non fare figli unici. E non solo per i mille euro di bonus. L'erede unico cresce viziato perché la legge della giungla la sperimenta troppo tardi. Fratelli e sorelle invece minacciano la tua sopravvivenza da prestissimo costringendoti a segnare il territorio. Nadia è un pezzo di dolomite. E sai perché? Perché quando era piccola suo fratello gemello la usava come scalino. Le saliva sulla schiena e saltava fuori dal box. Da allora lei ha imparato a non piegarsi mai davanti ai potenti. Io invece mi sono spaccata la testa da sola a 6 anni facendo superman dall'armadio della camera da letto dei miei e sbagliando mira. Non ho imparato niente. Mi è rimasta solo la cicatrice e lì i capelli mi crescono con la rosa. Bea non ha mai sofferto di depressione.

Tutto merito dei suoi fratelli. Che le avevano fatto credere di essere invisibile perché nata da una puzzetta di sua nonna. Sublime. Ora è una vera wonderwoman. Però i sommovimenti intestinali altrui un po' la turbano sempre. Elvira ha due fratelli. Attilio, il più grande, l'ha tormentata dalla culla. Le metteva le macchinine telecomandate in testa e le annodava i capelli alle ruote, la spediva a dar fuoco ai piedi del nonno quando quello faceva il pisolino, a tre anni le ha pulito l'orecchio con un chiodo, poi siccome da grande sognava di fare il lanciatore di coltelli la costringeva a stare delle ore a braccia aperte tirandole biro, righelli e qualsiasi diavoleria appuntita trovasse per casa. Una volta l'ha fatta vestire da fantasma e poi con un pugno le ha tirato giù un incisivo. Poi è nato Giacomino. E in meno di un mese Elvira è passata dal ruolo di vittima a quello di carnefice.

All'inizio lo lanciava sul lettone per vedere quanto rimbalzasse e giunto il tempo del seggiolone aspettava che venisse ben legato e poi di nascosto gli tirava gli elastici in faccia. Il giorno del terzo compleanno per festeggiare gli tagliò il ciuccio a pezzetti con le forbici, lo mise nel vasino e ci fece la pipì sopra. Dopo infanzie del genere le maturità sono strade in discesa. È pur vero che tra fratelli ci si accapiglia anche da grandi, quando di suonarsele come tamburi non è più il tempo. Così si interrompono per anni i contatti e si finisce dalla De Filippi ad aprire le buste. A parte la sottoscritta che ci finisce lo stesso. Quando si dice il destino avverso.



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